È una riflessione su “come attraversare con le categorie dantesche l’attuale pandemia” l’ultimo cortometraggio dell’attore, regista e sceneggiatore Massimiliano Finazzer Flory (Monfalcone, 1964) dal titolo Dante, per nostra fortuna, realizzato in occasione del 700esimo anniversario dalla morte di Dante Alighieri.
Le riprese del film, terminate da pochi giorni con la regia e la voce di Finazzer Flory, ripropongono il viaggio che il Sommo poeta ha compiuto, nella sua Divina Commedia, nell’aldilà, dando vita a una particolare rilettura della poesia dantesca ma anche del nostro tempo, facendo di Dante “un nostro contemporaneo”, come ha raccontato ad Artribune Finazzer Flory.
“Dante è un nostro contemporaneo, perché Dante oggi significa scoprire categorie come quella della distanza, della separazione, temi che la Covid-19 ci ha costretto ad affrontare”, continua il drammaturgo.
“Siamo stati spiazzati, ‘smarriti’ – per utilizzare un termine dantesco – di fronte a questa separazione e all’attesa: il virus si è posto quasi come un giudizio colpendo forse alcuni nostri costumi sbagliati. E questo fa Dante nella sua Commedia: è un uomo in esilio, un uomo che soffre ama, prega, un cristiano che attacca il papa e il potere”. Finazzer Flory ha deciso di servirsi, per questa opera, della danza contemporanea – con le coreografie di Michela Lucenti –, “in cui i ballerini ci fanno vedere le ossessioni, l’erotismo e le cadute presenti nella Divina Commedia: le cadute, infatti, non sono solo morali, ma anche fisiche, lo stesso Dante nel corso della Commedia cade numerose volte. Come mai, tra diversi linguaggi artistici, la scelta è ricaduta proprio sulla danza contemporanea? “Perché ha a che fare la vita e i sui limiti, l’eros e il nostro corpo”, risponde Finazzer Flory. “Il corpo porta con sé armonia, simmetria, e la danza contemporanea offre una geometria di movimento che fa da contrappeso alla fissità di quattro soggetti presenti sulla scena: Dante e Virgilio di schiena, un bambino contemporaneo che sfoglia una Divina Commedia (come diceva Borges: ‘bisogna leggere la Divina Commedia con la fede di un bambino’) e Beatrice che, in diagonale rispetto a Dante e Virgilio, ci offre il senso dell’attesa”.
“’Dante, per nostra fortuna’ è una commedia con tanta oscillazione e incertezza. E questi dubbi voglio restituirli non solo attraverso la danza contemporanea, ma anche attraverso le tecnologie che posseggo, ovvero con riprese il più possibile dantesche”, continua il drammaturgo, sollevando in noi una domanda: in cosa consiste una “ripresa dantesca”? “L’Inferno è l’esito della caduta di Lucifero, una voragine; quale tecnica di ripresa migliore quindi di un drone che dall’alto scende e finisce in mezzo al corpo di danza? Inoltre per le atmosfere dantesche mi sono servito anche del colore: il bianco e nero per l’Inferno, l’ambra per il Purgatorio e le iridescenze per il Paradiso”, ci risponde l’artista. Nell’opera di Finazzer Flory non mancano poi elementi tratti dalle arti visive: le scene sono intervallate dalle immagini digitalizzate delle incisioni che il pittore Gustave Doré realizzò per illustrare la Divina Commedia. “Ho proiettato le immagini di Doré sugli artisti e sulla quinta del Teatro degli Impavidi di Sarzana, luogo in cui abbiamo girato il film”, conclude Finazzer Flory. Dante, per nostra fortuna, le cui riprese sono state realizzate con il supporto di Lottomatica Holding, dalla prossima primavera (se la pandemia lo consentirà) sarà la scenografia di una lettura teatrale con la voce di Finazzer Flory dedicata a Dante, che partirà dalla provincia Mantova nella settimana dal 22 al 28 marzo 2021, in occasione del Dantedì.

Autore: Desirée Maida

Fonte: www.artribune.com, 25 dic 2020